venerdì 13 marzo 2015

Gli 80 anni del mio amico Marco Bronzini.


MARCO, TANTI AUGURI DA TUTTI I TUOI AMICI!





All'inizio di gennaio 2015, via WahtsApp mi arriva un messaggio : "Il 28 febbraio facciamo una festa a Pieve di Bono, per gli 80 anni del Marco! Se vuoi venire mi puoi confermare ..., Ciao Daniela Mosca". Non ci ho pensato un attimo e gli rispondo : "... se non cade il mondo, non posso mancare."

Che bello, pensavo fra me e me, Marco se lo merita proprio. Anche se non ho mai avuto modo di cantare con lui nel Coro della SAT, lo ho saputo comunque apprezzare attraverso quelle iniziative extra corali, per la raffinata intelligenza, la sua sensibilità in ogni momento del vivere quotidiano, per l'attaccamento al modo di cantare, come eredità che gli ha trasmesso il M° Silvio (Pedrotti). Ma anche per la goliardia aneddotica unica, che solo lui sa in ogni momento, riprendere dal suo forziere dei ricordi, e con grande maestria raccontare. 
Sono famosi i sui "tei te ricordet el Bepi quando ..." o "te devi saver che quando ghera el ..."  e giù una serie di perle, di un mondo che oggi si fa molta fatica ad immaginare e si ascolta con una punta  di invidia mista ad incredulità.

Man mano che imparo a conoscere Marco, mi rendo sempre più conto, che è quel tramite a cavallo fra un lontano insieme di storie e l'odierno, che sa raccontare con sagacia ironica, ancora il passato come fosse ieri, ma bene consapevole dell'oggi. Cerco sempre di rapire qualcosa di quello che dice, e di farne tesoro. 
Assieme a Maurizio, Nino e Alberto dei Mnogaja Leta, in varie occasioni, sono stato anche compagno di cabina di Marco, nelle bellissime traversate veliche sullo specchio del mediterraneo. Non mi posso dimenticare le serate sotto un cielo stellato a cantare in barca, o in una caletta in Corsica, piuttosto che nell'osteria su un'isola delle Kornati davanti ad un piatto di pesce appena pescato.   


Il giorno prima dell'evento, chiamo Daniela e chiedo se è tutto  a posto e lei mi dice : "... si, si devo correre perché siamo in 150!",  incredibile, mi immaginavo una cosa più contenuta, invece c'erano tutti. 
Oltre agli amici trentini, ed in particolare dei cori che gravitano attorno alle Giudicarie, sono accorsi da ogni parte del nord Italia, dall'Emilia Romagna, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte etc. TUTTI CANTORI!  Come dire, chi semina grano raccoglie le spighe, non potevano certo esserci poeti, attori o pittori! 

Abbiamo pensato di fare la sorpresa, nascondendo il gruppo di cantori sul palcoscenico, dietro alle rosse tende chiuse. 
Com'è entrato nella sala imbandita, del Centro Sociale di Pieve di Bono, è partito un energico e sonoro "E Ades che sem chi tuti"  che ha fatto vibrare perfino le tende, alla fine aperto il palcoscenico un fragoroso "Tanti auguri a te" ha chiuso la sorpresa. 
Marco incredulo si è infilato le mani nei capelli, forse aveva intuito qualcosa, ma la sua commozione è stata tanta, perché di certo, non poteva immaginare lo scherzo che gli avevano saputo organizzare, le sorelle Daniela e Lucia Mosca, tanto vicine a lui.   


La giornata è iniziata, con uno spiedo, che già dalla mattina alle 6:00 era in via di preparazione, grazie all'arte culinaria dei volontari di Pieve di Bono. Le tavole erano imbandite,  non mancavano il buon vino ed i salumi locali.
Non c'è stato un momento di calma, qualcuno aveva sempre voglia di intonare una canzone, e Marco correva a destra e manca, per potere partecipare, interpretare, dirigere la marea di "suoi cantori per un giorno", ma anche forse frutto della sua dedizione ed impegno divulgativo per coloro che lo hanno frequentato. Chi intonava "Sul Cappello" chi "La Dosolina", che "A la Tor Vanga" e via via così. 
Ma poi non soddisfatti i cori si dividevano e chi all'interno, chi all'esterno, si potevano apprezzare esibizioni in parallelo, tanto che c'era solo l'imbarazzo nel scegliere se cantare con chi voleva riprendere i brani più antichi o chi si buttava nel più recente repertorio, strettamente di casa Sat.

Ad un certo punto della serata, fa il suo ingresso una torta dalle dimensioni ciclopiche di 1,5mx0,5mt., e circondato dall'affetto di tutti, in particolare della moglie, dei figli e delle nipoti, davanti a questa non poteva mancare il discorso del festeggiato. Con il suo tipico nonchalance Marco, ha iniziato a commentare il pentagramma realizzato sulla torta che lo celebrava. Dicendo : "Si, mi sembra che sul rigo ci siano le note di una famosa melodia, SI-SI-MI-LA-DO e sotto SOL-MI-LA-DO-SI-SI", e giù uno scroscio di applausi e risate a crepapelle.
Quindi prosegue indicando una parte del dolce dove  era ripreso un famoso schizzo lasciato da Livio Ober, che troneggiava nella sede del Coro della SAT, e che lascia ai posteri una delle raccomandazioni, cara anche a Marco, del M° Silvio: "NO CALAR, NO CALAR, NO CALAR". Nella mia intervista al M° Silvio Pedrotti, lui mi aveva ripetuto " ... cantate intonati e sottovoce, sempre.".

Poi si è proseguito con la consegna di riconoscimenti e ricordi, fino alla consegna del famoso "Cesso Siberiano". 

I canti sono poi proseguiti ad oltranza.

Sono intervenuti, fra gli altri :
-Coro  La Bissoca   di Villanova d’Asti con maestro Giorgio Tiberini;
-Coro Monte Cusna di Reggio Emilia con il maestro Alessandro Marzani;
-I Mnogaja Leta Quartet di Milano;
-Gianni e Franco Lorenzi Coro ANA di Milano e Piero Martini;
-Coro Cima Tosa di Fiavè con maestro Piergiorgio Bartoli
-Coro Valchiese di Storo
-Coro Azzurro di Strada ed ex con i maestri Angelo e Cornelio Armani;
-Coristi ed ex-coristi del Coro della SAT; 
-Coro Valfassa con il maestro Stefano Vaia;
-Coro Carè Alto di Vigo Rendena;

e le sorelle Maddalena e Chiara Pedrotti, l'amica danese Rikke, oltre ad innumerevoli amici di Pieve di Bono.

E' stata una bellissima festa che mi resterà nel cuore. Grazie.

domenica 16 febbraio 2014

Coro SAT e Coro SOSAT, fratelli diversi in un concerto memorabile.


ASSIEME IN CONCERTO 
CORO DELLA SAT E CORO DELLA SOSAT


L' evento tenutosi all' Auditorium S. Chiara di Trento, ieri sabato 15 febbraio 2014, passerà sicuramente alla storia, come il più antico momento del secolo scorso, quel 25/05/1926, quando
 "Nino Peterlongo, Presidente della S.O.S.A.T. convinse i cantori riuniti attorno ai fratelli Pedrotti a debuttare pubblicamente al Castello del Buonconsiglio "  nella sala grande del castello, nascosti da un paravento, diedero il via a quella emozionante avventura canora che ancora oggi delizia i cuori e le orecchie di pubblici sempre più lontani. Avventura che tramite il racconto musicale degli scorci di vissuto del popolo trentino, ha consentito di diffondere nel mondo uno stile di vita misto di coraggio, determinazione, sacrificio, amore e sofferenze, con lo sguardo rivolto al domani ed i piedi ben piantati nelle radici del passato.

La serata è iniziata con l'introduzione congiunta dei due Presidenti del Coro della Sat Claudio Pedrotti e del Coro della Sosat Andrea Zanotti. I due hanno rimarcato i riconoscimenti storici, dando ai 4 fratelli Pedrotti la giusta culla di fondatori del coro nell'ambito della Sosat e sotto l'egida di Nino Peterlongo. 
Un percorso che poi gli eventi della seconda guerra mondiale hanno portato su due strade diverse, originando in un continuum il Coro della Sat. Anche se ricordo, come ancora negli ultimi anni della sua direzione, il mitico M° Silvio Pedrotti a fine concerto, se tutto era andato bene, amava dire un 'Bravi Sosatini!' e le sue considerazioni sulla esibizione al Buonconsiglio : http://www.int-software.it/Sound/16.%20Silvio9_Il_Buonconsiglio_Magnifici_13.wma .

L' Auditorium stracolmo in ogni ordine dei sui 800 posti, con biglietti esauriti nel giro di poche ore. Uno schieramento di autorità pubbliche politiche ed ecclesiastiche, a sottolineare l'importanza ell'evento,  ma innanzi tutto un pubblico di intenditori che non vedevano l'ora di assaporare questo momento. Anche gli ex dei due cori sono accorsi, curiosi e numerosi, non lesinando critiche ed apprezzamenti.  
Renzo Fracalossi, presidente del Club Armonia (dove, ha aggiunto Andrea Zanotti, sono germogliati i primi vagiti canori che hanno dato origine alla coralità Trentina),  ha condotto la serata con la sua innata dote di compostezza e serietà, mantenendo il dovuto distacco da entrambe le formazioni delle quali è parimenti amico. 


Ha dato il via alle esibizioni il Coro della Sat diretto dal M° Mauro Pedrotti, con sei brani fra i più classici, e già presenti nelle incisioni sui dischi Columbia del 1933 e 1935 prevalentemente armonizzate da Luigi Pigarelli primo storico armonizzatore che si firmava Pierluigi Galli  :
1. Serenada a Castel Toblin
2. Teresina vatti vesti
3. La sposa morta
4. E col cifolo del vapore
5. La pastora
6. La Montanara
quindi nella seconda parte, altre sei esecuzioni dei più recenti armonizzatori di grande spessore, a partire da Antonio Pedrotti, Andrea Mascagni, A.B. Michelangeli, e Renato Dionisi con :
1. Vuoi tu venire in merica
2. Ta-pum 
3. La bella al mulino
4. Senti 'l martelo
5. Ninna Nanna
6. Entorno al foch
non hanno tradito le aspettative del pubblico più esigente con una indiscutibile classe sia nei risultati armonici che interpretativi.



Il Coro della Sosat si è poi alternato fino a chiudere la serata, i primi sei brani anche per il Coro della Sosat nel ricordo della storia e dei primi passi di questo granitico gruppo:
1. La Rosa delle Alpi
2. La Villanella
3. Monte Canino
4. Monte Grappa
5. Le Carrozze 
6. La Montanara
attingendo i canti dall'indiscusso M° Franco Sartori che ha armonizzato gran parte del reportorio Sosatino. Mentre i sei brani successivi, hanno percorso le esecuzioni più significative e recenti del sodalizio canoro con armonizzatori come il M° Camillo Dorigatti, il M° Mingozzi  :
1. Il Bivacco
2. El Ciant de Jager
3. La Luna sui nossi monti 
4. No potho reposare
5. Mezzanotte a Mosca
6. Preghiera Trentina.

Una esecuzione che ha mostrato, per il nutrito gruppo, indiscutibili ed apprezzabili passaggi armonici, ed altrettanti varianti più virili, caratteristica delle radici popolari alle quali il Coro della Sosat vuole mantenere fede e che non deve dimenticare.

In fine i due Cori si sono uniti in un gruppo, entrambi per ricevere l'applauso finale ma anche per scaricare la tensione del momento, che consolidava le ragioni di questa serata.
Auguri!




Una serata indubbiamente sensazionale alla quale sono felice di avere partecipato ed essere stato testimone di questa "Pax Corale".
Mariano Pisetta.
         

mercoledì 9 dicembre 2009

ANNIVERSARIO SILVIO PEDROTTI

Il 14 Novembre 2009, a Trento presso la sala della cooperazione Trentina, a dieci anni dalla scomparsa e 100 dalla nascita, l'associazione Yarmonia di Milano, si fa carico di celebrare nell'ambito della sua terza edizione di canti popolari, la memoria e la figura di SILVIO PEDROTTI, icona del canto popolare. La commemorazione va in replica anche a Milano il 28 novembre presso la Sala Verdi del Conservatorio.
Presenta la prima di Trento, il m° Mauro Pedrotti, direttore del Coro della Sat. Con la flemmatica personalità che lo contraddistingue riesce a destreggiarsi, nel difficile compito che lo aspetta, per soddisfare da un lato le aspettative delle retroguardie in sala, che si attendevano forse un jubileo a senso unico senza troppi attori sul palco, e le new-entry, che invece aspiravano a farsi conoscere anche ad un pubblico più critico e competente. Partecipano al compito la toccante introduzione di Maddalena Pedrotti, con ricordi di momenti dell'infanzia trascorsi con il padre, ed il sempre elegante Angelo Foletto, con una digressione storica su SILVIO PEDROTTI. La sala traboccava di attenti coristi ed amici giunti da ogni angolo delle regioni padane e non. Volevano forse capire cosa stava accadendo, quale nuova direzione stesse intraprendendo la F.ne Coro della SAT, questa già dalla costituzione aveva liberalizzato il repertorio Ed. F.lli Pedrotti, passato poi alla Fondazione, dando così la soddisfazione alla moltitudine di cori di potere incidere e produrre CD. Ora sembra che la direzione sia quella di gettare un bilancere, un antagonista che sappia continuare a fare galleggiare questo repertorio anche rilanciando, come una cometa spargere, il seme del canto popolare nell'alveo fecondo di un facoltoso Coro CeT. Una scommessa tradizionalista, che non tiene conto del tempo e delle aspettative dei giovani, i quali vogliono anche essere partecipi e vivi delle loro emozioni. Senza dubbio i canti raccolti da SILVIO nel suo "Canti popolari trentini" (1976) sono vita di quel tempo, e raccontano le gioie e le sofferenze, gli amori e le sconfitte che quella generazione, che uscendo dalla crisi di fine '800 ed attraversando due guerre, tramite il canto ha saputo fermare come istantanee, le emozioni coinvolte. E' in questo senso che Massimo Mila ha voluto attribuire al Coro della SAT l' appellativo di "Conservatorio delle Alpi".
La bellezza del questo canto popolare con esecuzione a cappella, va al di là, come spesso ho replicato, del luogo, del tempo e delle persone, è una 'magia' che coinvolge il contenuto poetico, verbalmente espresso, la melodia ed il ritmo associati, l'armonizzazione che sa evidenziare ed esaltare passaggi armonici, nonchè l'estro e la musicalità degli esecutori. A questo si devono aggiungere le singole, personali esperienze di vita, la sensibilità artistica e quel vissuto che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
Ben vengano nuovi interpreti, nuove colonne, ma che sappiano anche innovarsi e non si ferminosolo alla ricerca della migliore imitazione del Coro della SAT, ma trovino anche nuove forme, nuove idee per correlarsi con il tempo che stanno vivendo, come bene ha fatto a mio avviso, Carlo Casillo con il suo Musical "Montagne Migranti".

La serata s'è sviluppata come una rassegna a passaggio del testimone, da un lato l'esibizione del Coro della SAT, ed a seguire una rassegna di giovani cori: il coro trentino Slavàz ed un inedito coro formato da cinque cori di studenti milanesi, a chiudere il Coro Cet, che vediamo schierato nella foto assieme alle figlie di SILVIO, Chiara e Maddalena ed a Mauro Pedrotti.

A lato della manifestazione è stato presentato anche un libro, frutto del lavoro di Piero De Martini, dal titolo 'Il Conservatorio delle Alpi', che ripercorre la storia del coro soffermandosi in particolare modo sul rapporto del coro e di SILVIO con Arturo Benedetti Michelangeli e riesumando documenti e sonoro inediti, molto interessanti.
Dopo la consegna di targhe a Chiara e Maddalena Pedrotti nonchè ai cori partecipanti, la serata è continuata presso la sede degli Alpini di Trento, fra canti e goliardia.
Alcuni video del dopo manifestazione :



martedì 31 marzo 2009

W.A. Mozart by Basilio Mosca

Domenica 29 Marzo 2009,
una giornata uggiosa. Nel corso della settimana mi era giunto, dal camaleontico amico Basilio Mosca, l'invito presso la "Sala della Filarmonica", alla presentazione di un suo DVD su aspetti biografici di W.A. Mozart, edito dal 'Centro Studi Judicaria'. Ma guarda, pensai, il poliedrico Basilio, a dispetto dell'avanzata età, è ancora un crogiuolo in ebollizione, una fucina sempre aperta. Che bella cosa vedere questi autentici personaggi aggirarsi ancora fra di noi, col loro sorriso, la loro disponibilità, la loro voglia di tramettere un ricco bagaglio di cultura, gelosamente custodito, e non disperdere quanto raccolto nel corso della loro vita. Ci vado.

Basilio Mosca : Docente nella Scuola elementare di Condino, già sindaco di Pieve di Bono, già presidente del Centro studi Judicaria, fondatore e maestro del coro Azzurro, autore di “Quasi un romanzo” sull'emigrazione trentina, promotore e fondatore di iniziative lodevoli come la "Scuola musicale delle Giudicarie di Tione", il "Centro Didattico Musicale" (C.D. M.) di Rovereto, il CPEM di Pieve di Bono, il "Gruppo Lodron", o come Solvay, il luogo del sogno americano, esperto conoscitore della famiglia dei Conti Lodron, stiamato amico del Coro della SAT di Trento, nonchè e non da ultimo "Mozartiano".

Dopo una breve introduzione del Direttore artistico della Filarmonica Antonio Carlini, e del Presidente del CSJ Graziano Riccadonna, puntuale alle ore 10:00 inizia, la Lectio Magistralis su W.A. Mozart, a cura del prof. Angelo Foletto. Docente di "Storia della Musica" al Conservatorio di Milano, critico musicale del quotidiano "La Repubblica", e numerose altre lodevoli cariche in altrettanti prestigiosi istituti. Lo stesso ha contribuito alla realizzazione di questa opera.
Con una dialettica spigliata e dotta, come gli si conviene e contraddistingue, magnetizza i partecipanti nell'affollata sala, sfogliando le pagine del multimediale Dvd, argomenta sulla vita di Amadeus, i sui viaggi in Italia, le 650 composizioni K xxx, la sua amicizia con la famiglia Lodron, e raccontando aneddoti e situazioni poco conosciute di Mozart, fino alla spiegazione di come alcune icone-immage di Mozart, del background collettivo, siano dei falsi, quantomeno perchè gli indumenti indossati sono di epoche successive.

Sul termine della presentazione, interviene Basilio Mosca : «.. mi chiedono spesso, ma cosa c'entrano le Giudicarie con Mozart? Niente», spiega «perché non è passato di qui e non ha suonato l'organo di Roncone ... e nessuno a Trento, quando era diretto in Italia, è venuto in mente di dire che per andare a Milano si poteva passare dal 'Bus de Vela' e quindi Tione e le Giudicarie :) ... però una cosa c'è, andando sulle tracce dei Conti Lodron, anche oltre le Alpi, un bel giorno, nella casa natale di Mozart, ci siamo imbattuti in una vetrina, posta in un angolo, con la scritta: "Mozart and family Lodron". Perché?, ci siamo chiesti». Da qui è scattata la molla che ha portato a scavare nei rapporti che legavano Mozart alla famiglia Lodron, quindi nel 2006 abbiamo organizzato l' "Anno Mozartiano in Judicaria", ricorrendo l'anniversario dei 250 anni dalla sua nascita». Ricordiamo che Johannes Grisostomus Wolfgang Amadeus Mozart è nato a Salisburgo, il 27 gennaio 1756.
Prosegue raccontando, come lui sa fare, con quello sguardo sornione, la voce calda e nonchalance alcune vicende di Mozart, nel Dvd ritroviamo la vita di Amadeus con particolari inediti dell'infanzia, dell'adolescenza in viaggio, delle donne di Amadeus , «ne ho contate 26, ma forse erano di più» sottolienea Mosca, e continua con l'incontro di Amadeus con la famiglia Lodron, di cui è un profondo conoscitore. Il conte Ernesto e la contessa Antonia avevano due figlie, alle quali Mozart il «genio» dedicò quattro «divertimenti»: la «Lodronische Serenade».
Dei seicentocinquanta lavori mozartiani solo settanta furono pubblicati durante la sua vita.
Il 18 novembre 1791 Mozart apparve per l'ultima volta in pubblico in occasione della consacrazione del nuovo tempio della loggia massonica "Zur neugekrönten Hoffnung", dove diresse personalmente la Piccola cantata massonica (K. 623), da lui appositamente composta per questo avvenimento.
Il 5 dicembre 1791 Mozart morì (secondo il parere dei medici di oggi per insufficienza renale); venne sepolto il giorno dopo nel cimitero di San Marco.

RIFLESSIONE
Tornando a casa in macchina, a chiusura della Lectio Magistralis del prof. Angelo Foletto, parte casualmente un ormai 'archeologico' (1973) CD dei Genesis, 'Selling England by the pound'. La musica dei Genesis del "periodo d’oro", sicuramente un trionfo di idee fervide, che emergevano in modo tangibile e fantasioso ad ogni piè sospinto. Il brano è 'Firth of Fifth', una introduzione al piano elettronico sapiente, estrosa, 'anomala' nel contesto dei suoni elettronici artificiali che i Genesis stavano continuamente ricercando, è certamente un capolavoro, una composizione tra le piu’ mirabili del repertorio-Genesis. Ascoltando questo piano elettronico e collegandolo al 'pianista per eccellenza' di cui avevo appena sentito l' "Adagio" dal Concerto K 622, arrangiato per Pianoforte e Clarinetto ed eseguito dai bravi Ferrari e Armani, del Conservatorio di Trento, pensavo fra me e me, cosa avrebbe detto Amadeus, ancora oggi così moderno, se avesse potuto sentire questa musica? Anche lui in fondo era il contestatore, il riformista, un ribelle dei sui tempi. Cosa avrebbe potuto fare ancora se la sua vita non fosse stata così breve?
Poi mi chiedo, cosa è importante per questi artisti? Era importante per Amadeus ribadire le sue doti al pianoforte o piuttuosto tasmettere il suo animo nella tastiera? Era importante per Peter Gabriel ribadire la sua ricerca di nuovi suoni o cavalcare la protesta, che in nei primi anni '70 ondeggiava in Europa e shiftarla nei nuovi suoni?
E' artista chi sa trasmettere con versi, suoni, colori, sculture, etc. lo stato d'animo proprio o collettivo, le sensazioni intime, lo spirito libero, che in lui vuole comunicare. Diventa quindi relativo a questo punto, indagare su quali siano gli strumenti, quali i virtuosismi che questi artisti vorranno utilizzare per esprimersi, l'importante è che il loro messaggio penetri nelle viscere di chi lo riceve, abbatta la corazza che protegge i nostri sentimenti ed pervada di sensazioni il nostro io.
Solo se il messaggio colpisce, l'artista ha raggiunto il suo scopo.
Purtroppo gli artisti spesso precorrono i tempi, sono incompresi per i loro coevi, muoiono in miseria (vedi Beethowen, Schubert), e non riescono a vedere i frutti del loro seminato. Sembra questo sia il destino di molti, una vita ad annaspare ed una morte celebrata! Resta nei tempi il ricordo di un artista che non saprà mai di avere raggiunto un nomea e popolarità inimmaginata.
Curioso osservare come, benchè Amadeus avesse altri 5 fratelli, ne lui ne loro ebbero discendenti e con la morte Carl Thomas nel 1858, ebbe fine la dinastia Mozart e con loro anche la speranza che un discendente si appropriasse di quel Dna così straordinario.

IL DVD
Un elegante cofanetto, in copertina l'immancabile profilo, ma sarà poi veramente suo? In sottofondo ovviamente una sonata di Mozart, di facile lettura ed interzione, con oltre 500 immagini e foto di ottima qualità. Testi esplicativi importanti e profondi, ricchi di curiosità e con una superba sezione approfondimenti.

Segnalo il sito : Associazione Mozart Italia per le iniziative del 2009.

giovedì 1 gennaio 2009

Black Voices - Concerto a Bolzano


MY SWEET JESUS

Il 17 Dicembre 2008 alle 20.30, il Duomo di Bolzano era pieno all'inverosimile, persone in ogni ordine di posti, le navate riempite fin quasi sotto l'altare. Lo speaker nell'introdurre il gruppo chiede cortesemente che si lasci almeno un corridoio di sicurezza nella navata centrale. Ma chi aveva attirato persone da ogni angolo della regione, tanto da fare escalamare alla leader del gruppo "... ed è la prima volta che cantiamo in una chiesa tanto affollata ..."? Loro le "BLACK VOICES", un quintetto a cappella formidabile, voci, timbrica, ritmo tutto al femminile. Un sound per il gospel con un piede nel passato ed un'altro ben saldo nel presente, come quando Carol Pemberton, l'anima e leader nonchè ferrea e rigorosa esecutrice, ha voluto ricordare in un brano toccante, le persone innocenti coinvolte nelle odierne guerre "... dall' Iraq all' Afganistan, dal Congo all' Uganda allo Zimbabwe ...".
Incontrai per la prima volta, le Black Voices il 26 aprile del 1999, nell'ambito del Festival della Musica Sacra, gli organizzatori cercarono allora di accostare le contrastanti interpretazioni fra il Coro della SAT e le Black Voices, fra il virile ed il femminile. I concerti si tennero nella chiesa del Seminario Minore a Trento e successivamente nel Duomo di Merano. Un confronto fra la musicalità delle cante Natalizie tipicamente trentine, come Nenia di Gesù Bambino ed I Tre Re dell'Oriente ed il neo-Gospel del gruppo di Birmingham nato nel 1989. Se in occasione della professionale esibizione le distanze erano un requisito necessario, quasi uno studio reciproco, per contendersi un pubblico di intenditori, sciolti i dubbi iniziali, nel dopo-concerto le ragazze del gruppo si sono rivelate "umane" e conviviali. Abbiamo avuto modo di scambiare idee ed esperienze sul canto popolare, ma soprattutto ho potuto constatare come il canto e le emozioni che crea nelle esecuzioni in gruppo, vada realmente al di là di ogni sia pur colta conversazione. Ricordo in particolare come il dopo cena in occasione del commiato, fuori dal "Ristorante Pedavena" a Trento, sia stato particolarmente intenso e le nostre voci si fondessero armonicamente nelle melodie di canti natalizi nostrani e spirituals come 'Amazing Grace', fino al trionfo di un 'Kum ba yah' particolarmente toccante.

Ma torniamo al concerto, nella foto lo schieramento iniziale nel Duomo di Bolzano, hanno iniziato con un sottile filo di voce, un pizzicato muto, quasi come le vibrazioni traspirassero dalle solide pietre del Duomo, non lasciando comprendere quale fosse la fonte originaria delle armonie. Hanno eseguito in sequenza :

- GREAT IS THY FAITHFULNESS
- GO WHERE I SEND YOU
- SOON I WILL BE DONE
- WATH IS THE MOST IMPORTANT THING?
- THE LORD'S PRAYER
- THERE IS A BALM IN GILEAD
- THE DELIVERER WILL COME
- WHO's GONNA HEAL MY BROKEN SPIRIT?
- GOTTA DO RIGHT
- THE REASON I CRY!
- OLD TESTAMENT SPIRITUAL: GATHER ROUND
- MY SWEET JESUS
- WHERE ARE THE KEYS?
- AMEN

L'emozione che mi ha lasciato, come una foto, è quella di un quintetto d'archi. Due violini, viola, violoncello ed un sapiente contrabbasso. Brave.

Ecco un pezzo della serata dal blog del Cantonauta :


Ricordo i nomi di queste superbe vocalist :
Carol Pemberton (fondatrice e direttrice del gruppo, nonche appassionante 'Contrabbasso')
Sandra Francis
Cecilia Anderson
Shereece Storrod
Evon Nelson

domenica 28 settembre 2008

Intervista al M° Silvio Pedrotti a "Folk Trentino" - 1986

Nell'autunno del 1985 mi incontro casualmente, nel centro di Trento, con Lucia una amica d'infanzia, che non vedevo da tempo. Dopo i convenevoli iniziali, mi mette al corrente che è una delle animatrici di “Radio Arcobaleno”, una delle emittenti alternative, che coglieva spunti e suggerimenti, da chi sapeva proporre nuove idee.
Colsi la palla al balzo, “Lo sai” - dissi ”che in una terra di diffusa sensibilità musicale e corale, devi pensare che ci sono circa 120 cori in Trentino, nonché patria del canto popolare alpino, non c'è una radio, una trasmissione televisiva, che abbia uno spazio dedicato a tutto questo pubblico? Eppure se consideriamo che ogni coro ha una trentina di coristi, moltiplicati per 120, fanno quasi 4.000 potenziali ascoltatori, senza contare mogli, mariti, zii, nonni, etc? Un bel pubblico, No?”.
La mia amica, disse “Eh! ... continua Mariano, la cosa mi interessa, credo che tu abbia qualcosa di più di un semplice suggerimento, non è vero?”.
Gli risposi : “... vedi la mia idea è molto semplice. Immagino una trasmissione divisa in due parti, una parte iniziale che propone agli ascoltatori di sentire, dalla viva voce degli artefici della coralità Trentina, le loro opinioni, intervistando i maestri dei cori o i loro presidenti, dando loro la possibilità di diffondere e pubblicizzare i loro dischi o i loro appuntamenti concertistici; nella seconda parte invece proporre gruppi e canti popolari vicini alla nostra sensibilità culturale, ma provenienti da altri paesi, come canti popolari russi, sudamericani, slavi, afro, etc. e qui ci possiamo davvero sbizzarrire. Che ne pensi?”.
Lucia mi guardò, in un primo momento con un viso interrogativo, e poi mi disse - “... si ma come facciamo per il materiale, le canzoni i testi, ... ?“ - risposi - ”Guarda che questo è l'ultimo dei problemi. Per iniziare, possiamo inviare una lettera di invito ad un gruppo di cori tra i più rappresentativi in Trentino, chiedendo che se interessati, mandino il loro materiale discografico e le broscure che descrivono la storia e l'attività che svolgono. Per i gruppi internazionali, se iniziamo con i cori russi, io ho parecchio materiale che ho raccolto nei miei viaggi all'estero ...”.
E così è stato, i 20 cori interpellati risposero tutti con entusiasmo, inviando il materiale richiesto sul quale ho potuto iniziare a lavorare, contattando via via i rappresentanti dei cori, pianificando le interviste ed assemblando il canovaccio delle trasmissioni.
Venne così il giorno del debutto, il programma battezzato “FOLK TRENTINO”, esordì il 5 novembre 1985; la sigla di apertura aveva come sottofondo la canzone “Era Sera”, e narrava, con le parole di Benedetto Emert, come nel '26 esordirono quei ragazzi che dal Castello del Buonconsiglio, fecero viaggiare per il mondo le canzoni della cultura Trentina e non solo. Mentre la sigla di chiusura era “Vostu che ti compre”, entrambe armonizzate dal M° Mascagni e tratte dall' allora ultimo disco del Coro della Sat “Montanaro, Marinaio,Italiano” (maggio 1983).
Il ciclo di trasmissioni iniziò con l'intervista a Gianfranco Goio, direttore del “Coro Valsella” e continuò per tutto l'inverno con il “Coro Sas Maor”, “Coro Castel Pergine”, “Coro Croz Corona”, "Coro Sasso Rosso" e così via, seconda parte, la rubrica sulla coralità internazionale era particolarmente dedicata a cori russi, come "I Cosacchi del Don"; il coro di Serge Jaroff; esecuzioni di Ivan Rebroff, noto e nel guinness dei primati, per la sua estensione vocale con ben più di 4 ottave, e recentemente scomparso; il Coro dell'Armata Russa, e così via.



Il feed-back degli ascolti era in continua crescita, tanto che nonostante la replica settimanale, in redazione arrivavano continue richieste di ripetere le puntate.
Il ciclo doveva terminare il 26 febbraio '86. Stavo maturando l'idea che sarebbe stata una bella cosa finire con l'intervista al Maestro per eccellenza, il decano e depositario vivente di tutto il sapere, per esperienza diretta, di quale fu la genesi del canto popolare alpino : Silvio Pedrotti. Mi decisi a contattarlo telefonicamente, per me fu una sorpresa sentire all'altro capo del telefono una persona disponibile, serena, che subito mi disse “Si, quando sarebbe?”, io non ero pronto e gli dissi il primo giorno che mi passò per la testa : ”Per me va bene anche martedì prossimo, alle 10”. Arrivò, era il 18/02/1986, la sede di “Radio Arcobaleno” era in Via S. Martino e l'appuntamento non poteva che essere al “Bar dei Cavai”, storico punto di ritrovo cittadino. Arrivati in redazione, mi disse : “Ho sentito che nella sigla di apertura avete una nostra canzone ...”, quindi voleva dire che almeno una trasmissione l'aveva ascoltata e la cosa mi fece piacere, però capii anche che non l'aveva sentita tutta perchè altrimenti avrebbe detto che tutte e due le sigle usavano canzoni del Coro della Sat.
Di seguito potete sentire un estratto audio, originale di come si sviluppò l'intervista, che per certi aspetti, rivela anche risvolti poco conosciuti, antecedenti l'esordio del Cor della SAT nel 1926.




INTERVISTA A SILVIO PEDROTTI



D: Come è nato e quali furono i momenti magici, che diedero origine al Coro della SAT? Quale il brodo cosmico?
SP: Silvio1 - I 4 Fratelli e le Origini del Coro della Sat
D: ... nella baracca del lagher di Mitterdorf, diceva che viveva un pastore di Nago, un certo Vivaldi il quale "zigrinava" melodie che Lei avrebbe portato per il mondo; parliamo della Pastora ed del Chant del Gial ...
D: Come mai il coro della Sat canta l'Inno alla Boemia (La Patria mia)?
SP: Silvio3 - La_Patria_mia_&_Mitterdorf

D: La famiglia Pedrotti aveva una tradizione di cantori, il papà, la mamma e le voci bianche ... ma come è avvenuta la raccolta dei canti che hanno formato il repertorio del Coro della Sat?
D: Maestro Pedrotti, cosa era la Gran Corale Società Duli Oli Olià?
D: Quali erano i propositi di questa società?
D: Quali erano le canzoni dell'origine?
D: Quale consiglio darebbe a chi si volesse cimentarsi nel canto popolare alpino?
D: Dal quotidiano "Il Brennero" del 25/05/26, “Il 24 maggio 1926, nella sala grande del castello del Buonconsiglio il paravento fu travolto dall'entusiasmo del pubblico ed i ragazzi cantori, continuarono rianimati ed a testa bassa. Un coro senza direttore e senza tonimetro, che meravigliava il pubblico.“ Così scriveva in cronaca, Giulio Benedetto Emert , ed aveva inizio l'epopea e la diffusione del canto popolare alpino, nato nella meravigliosa culla della cultura trentina. Maestro Pedrotti, come fu questo esordio che Lei ha vissuto in prima persona?
D: Chi vi aveva invitati alla serata sulle poesie di De Amicis e quale fu limpegno seguente?
D: Come è nata l'idea della "Raccolta dei Canti Popolari Trentini", un libro che Lei ha scritto con dovizia di particolari e l'amore che solo la sua sensibilità poteva portare a termine?


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Allora non avrei immaginato che da lì ad un mese, ci saremo rivisti, io nella veste di corista e lui di selezionatore di nuove voci da inserire nel suo Coro. Cantare al fianco di un Grande, è cosa che spesso si riconosce solo a posteriori, io ero invece conscio di vivere fortunosamente una avventura che è stata, e sarà sempre nel mio cuore come motivo di orgoglio. Ho vissuto vicino ad un vero Maestro, la cui scuola ha sublimato la mia sensibilità artistica e culturale, e seguendo la Sua semplicità ed umiltà, l'insegnamento, dalla fonte, viaggiava aldilà del mero tecnicismo di emissione vocale in coro, arrivando a toccare le corde intime che in noi innalzano lo spirito.
Grazie Silvio.
Mariano Pisetta

mercoledì 4 giugno 2008

Ritrovo ex-coristi della SAT.



SABATO 18 Novembre 2006 h. 19:00
"Le ricorrenze, gli anniversari, i compleanni e via dicendo sono da sempre conservati, sostenuti, rispettati e celebrati perchè sono dotati di forte potenziale evocativo. Così l'Ottantesimo del Coro della SAT ha avuto il potere di suscitare fra gli EX pensieri ed espressioni colme di ricordi, rimpianti, nostalgie e soprattutto interrogativi.
Perchè, a differenza di altre istituzioni, gli EX de 'Il Coro più bello del mondo' non si incontrano mai?
Perchè rinunciare al piacere di rivivere, seppure attraverso la memoria intaccata da una inevitabile vena di di malinconia, le esaltanti emozioni vissute insieme, davanti a platee incantate dalle nostre esecuzioni?
Perchè non recuperiamo, una volta tanto, l'intima soddisfazione ed il legittimo orgoglio di avere partecipato alla straordinaria avventura iniziata 80 anni fa, nel salone delle feste del castello di Trento e che continua ancora oggi?
Perchè non trovare il tempo per richiamare alla memoria il volto e la voce dei tati amici che dopo aver giganteggiato nel Coro della SAT, sono andati a rinforzare i reparti virili del coro degli angeli? Perchè? ..."(Basilio Mosca).

Così introduceva la lettera di chiamata agli EX, inviata su iniziativa mia e di Marco Bronzini. Ci siamo messi di buona lena ed in breve abbiamo raccolto le informazioni sufficienti a contattare ben 35 EX. Purtroppo non tutti hanno potuto partecipare, e coloro che erano impossibilitati, hanno comunque contatto gli organizzatori, dicendo di essere ugualmente "vicini con lo spirito".
L'appuntamento in tipico ambiente Trentino, una cantina nella roccia presso "L'Osterietta", ha contribuito all'intrigante ritrovo di personalità tanto caratteristiche e vitali, ancora piene di risorse e capaci di ricreare, dopo pochi semplici sguradi di intesa ed ammiccamenti, quelle melodie ed armonie ... di altri tempi.

Uno alla volta od a gruppi organizzati, arrivano tutti, si stringono le mani si abbracciano, i sorrisi di gioia nel rivedere un amico perso da anni, iniziano i primi scambi di battute e confidenze, i "te ricordet?" si sprecano. Ma l'impazienza è tanta, tutti hanno voglia di sentire la 'trombetta' che dà la nota, non fa neanche in tempo ad arrivare l'antipasto che parte "E adess che sem chi tuti" e poi è la volta di "Viva la faccia nostra", "La Dosolina", .... un revival a ruota libera che continuava fra una portata e l'altra, con le cameriere attente a non rovinare, con il tintinnio delle posate, quel passaggio delicato o quel sussurro melodico.
EX vecchi e nuovi, un confronto transgenerazionale, ma tutti sotto un'unica egida, la gioia del canto, alla ricerca di quelle vibrazioni, che sui palchi di tanti teatri, hanno fatto emozionare gelidi spettatori e rendere momenti indimenticabili le serate trascorse in compagnia.
A fine di uno dei tanti brani eseguiti, qualcuno ha detto "... coi oci seradi, me pareva che ghe fusa chi el Silvio ...". Pedrotti Silvio, maestro indimenticabile, che ci ha trasmesso quella gioia e quello stile nel canto, che solo attraverso la sua saggezza, umiltà ma con tenacia e rigore, a saputo rendere unico ed irripetibile. Ma in alcuni di quei momenti, ad occhi chiusi mi sembrava di sentire la voce del Milio e quella di Livio, e del Moro dela Val, uno alla volta tutti gli EX, che ora cantano con il coro degli angeli, sono venuti a salutarci a completare quell'accordo o ad abbellire una passaggio altrimenti anonimo.

Grazie. Ed un Grazie a tutti coloro che sono intervenuti :


ALOISI GIUSEPPE
BARTOLI PIERGIORGIO
BRONZINI MARCO
BUFFATO FRANCO
CAGOL LUIGI
CONTE RENATO
CAPUANO LUIGI
CORDIN BRUNO
CORRADINI ANDREA
DALBON GERARDO
DORIGATTI FAUSTO
GIULIANI LUCA
HOLZER CESARE
IANESELLI RENZO
INAMA SANDRO
IUNGG PAOLO
LAZZERI RENZO
MARTINELLI LUCIANO
MARTINI ELIO
MARTINI ENZO
MASE' ALBERTO
MORATELLI LUCIANO
PEDROTTI LUCA
PETROLLI FABIO
PICHLER BRUNO
PISETTA MARIANO
RIGAMONTI ITALO
RINALDI RENZO
RONER SETTIMO
SIMEONI FRANCESCO
TASIN FABIO
TONIOLLI ALFREDO
TRANQUILLINI LUIGI
VIANINI MARIO
ZAMBALDI MARCO




E quando ci ritroviamo? In diversi me lo hanno già chiesto. Forse a breve.
Mariano
(caricatura : Livio Ober)