domenica 28 settembre 2008

Intervista al M° Silvio Pedrotti a "Folk Trentino" - 1986

Nell'autunno del 1985 mi incontro casualmente, nel centro di Trento, con Lucia una amica d'infanzia, che non vedevo da tempo. Dopo i convenevoli iniziali, mi mette al corrente che è una delle animatrici di “Radio Arcobaleno”, una delle emittenti alternative, che coglieva spunti e suggerimenti, da chi sapeva proporre nuove idee.
Colsi la palla al balzo, “Lo sai” - dissi ”che in una terra di diffusa sensibilità musicale e corale, devi pensare che ci sono circa 120 cori in Trentino, nonché patria del canto popolare alpino, non c'è una radio, una trasmissione televisiva, che abbia uno spazio dedicato a tutto questo pubblico? Eppure se consideriamo che ogni coro ha una trentina di coristi, moltiplicati per 120, fanno quasi 4.000 potenziali ascoltatori, senza contare mogli, mariti, zii, nonni, etc? Un bel pubblico, No?”.
La mia amica, disse “Eh! ... continua Mariano, la cosa mi interessa, credo che tu abbia qualcosa di più di un semplice suggerimento, non è vero?”.
Gli risposi : “... vedi la mia idea è molto semplice. Immagino una trasmissione divisa in due parti, una parte iniziale che propone agli ascoltatori di sentire, dalla viva voce degli artefici della coralità Trentina, le loro opinioni, intervistando i maestri dei cori o i loro presidenti, dando loro la possibilità di diffondere e pubblicizzare i loro dischi o i loro appuntamenti concertistici; nella seconda parte invece proporre gruppi e canti popolari vicini alla nostra sensibilità culturale, ma provenienti da altri paesi, come canti popolari russi, sudamericani, slavi, afro, etc. e qui ci possiamo davvero sbizzarrire. Che ne pensi?”.
Lucia mi guardò, in un primo momento con un viso interrogativo, e poi mi disse - “... si ma come facciamo per il materiale, le canzoni i testi, ... ?“ - risposi - ”Guarda che questo è l'ultimo dei problemi. Per iniziare, possiamo inviare una lettera di invito ad un gruppo di cori tra i più rappresentativi in Trentino, chiedendo che se interessati, mandino il loro materiale discografico e le broscure che descrivono la storia e l'attività che svolgono. Per i gruppi internazionali, se iniziamo con i cori russi, io ho parecchio materiale che ho raccolto nei miei viaggi all'estero ...”.
E così è stato, i 20 cori interpellati risposero tutti con entusiasmo, inviando il materiale richiesto sul quale ho potuto iniziare a lavorare, contattando via via i rappresentanti dei cori, pianificando le interviste ed assemblando il canovaccio delle trasmissioni.
Venne così il giorno del debutto, il programma battezzato “FOLK TRENTINO”, esordì il 5 novembre 1985; la sigla di apertura aveva come sottofondo la canzone “Era Sera”, e narrava, con le parole di Benedetto Emert, come nel '26 esordirono quei ragazzi che dal Castello del Buonconsiglio, fecero viaggiare per il mondo le canzoni della cultura Trentina e non solo. Mentre la sigla di chiusura era “Vostu che ti compre”, entrambe armonizzate dal M° Mascagni e tratte dall' allora ultimo disco del Coro della Sat “Montanaro, Marinaio,Italiano” (maggio 1983).
Il ciclo di trasmissioni iniziò con l'intervista a Gianfranco Goio, direttore del “Coro Valsella” e continuò per tutto l'inverno con il “Coro Sas Maor”, “Coro Castel Pergine”, “Coro Croz Corona”, "Coro Sasso Rosso" e così via, seconda parte, la rubrica sulla coralità internazionale era particolarmente dedicata a cori russi, come "I Cosacchi del Don"; il coro di Serge Jaroff; esecuzioni di Ivan Rebroff, noto e nel guinness dei primati, per la sua estensione vocale con ben più di 4 ottave, e recentemente scomparso; il Coro dell'Armata Russa, e così via.



Il feed-back degli ascolti era in continua crescita, tanto che nonostante la replica settimanale, in redazione arrivavano continue richieste di ripetere le puntate.
Il ciclo doveva terminare il 26 febbraio '86. Stavo maturando l'idea che sarebbe stata una bella cosa finire con l'intervista al Maestro per eccellenza, il decano e depositario vivente di tutto il sapere, per esperienza diretta, di quale fu la genesi del canto popolare alpino : Silvio Pedrotti. Mi decisi a contattarlo telefonicamente, per me fu una sorpresa sentire all'altro capo del telefono una persona disponibile, serena, che subito mi disse “Si, quando sarebbe?”, io non ero pronto e gli dissi il primo giorno che mi passò per la testa : ”Per me va bene anche martedì prossimo, alle 10”. Arrivò, era il 18/02/1986, la sede di “Radio Arcobaleno” era in Via S. Martino e l'appuntamento non poteva che essere al “Bar dei Cavai”, storico punto di ritrovo cittadino. Arrivati in redazione, mi disse : “Ho sentito che nella sigla di apertura avete una nostra canzone ...”, quindi voleva dire che almeno una trasmissione l'aveva ascoltata e la cosa mi fece piacere, però capii anche che non l'aveva sentita tutta perchè altrimenti avrebbe detto che tutte e due le sigle usavano canzoni del Coro della Sat.
Di seguito potete sentire un estratto audio, originale di come si sviluppò l'intervista, che per certi aspetti, rivela anche risvolti poco conosciuti, antecedenti l'esordio del Cor della SAT nel 1926.




INTERVISTA A SILVIO PEDROTTI



D: Come è nato e quali furono i momenti magici, che diedero origine al Coro della SAT? Quale il brodo cosmico?
SP: Silvio1 - I 4 Fratelli e le Origini del Coro della Sat
D: ... nella baracca del lagher di Mitterdorf, diceva che viveva un pastore di Nago, un certo Vivaldi il quale "zigrinava" melodie che Lei avrebbe portato per il mondo; parliamo della Pastora ed del Chant del Gial ...
D: Come mai il coro della Sat canta l'Inno alla Boemia (La Patria mia)?
SP: Silvio3 - La_Patria_mia_&_Mitterdorf

D: La famiglia Pedrotti aveva una tradizione di cantori, il papà, la mamma e le voci bianche ... ma come è avvenuta la raccolta dei canti che hanno formato il repertorio del Coro della Sat?
D: Maestro Pedrotti, cosa era la Gran Corale Società Duli Oli Olià?
D: Quali erano i propositi di questa società?
D: Quali erano le canzoni dell'origine?
D: Quale consiglio darebbe a chi si volesse cimentarsi nel canto popolare alpino?
D: Dal quotidiano "Il Brennero" del 25/05/26, “Il 24 maggio 1926, nella sala grande del castello del Buonconsiglio il paravento fu travolto dall'entusiasmo del pubblico ed i ragazzi cantori, continuarono rianimati ed a testa bassa. Un coro senza direttore e senza tonimetro, che meravigliava il pubblico.“ Così scriveva in cronaca, Giulio Benedetto Emert , ed aveva inizio l'epopea e la diffusione del canto popolare alpino, nato nella meravigliosa culla della cultura trentina. Maestro Pedrotti, come fu questo esordio che Lei ha vissuto in prima persona?
D: Chi vi aveva invitati alla serata sulle poesie di De Amicis e quale fu limpegno seguente?
D: Come è nata l'idea della "Raccolta dei Canti Popolari Trentini", un libro che Lei ha scritto con dovizia di particolari e l'amore che solo la sua sensibilità poteva portare a termine?


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Allora non avrei immaginato che da lì ad un mese, ci saremo rivisti, io nella veste di corista e lui di selezionatore di nuove voci da inserire nel suo Coro. Cantare al fianco di un Grande, è cosa che spesso si riconosce solo a posteriori, io ero invece conscio di vivere fortunosamente una avventura che è stata, e sarà sempre nel mio cuore come motivo di orgoglio. Ho vissuto vicino ad un vero Maestro, la cui scuola ha sublimato la mia sensibilità artistica e culturale, e seguendo la Sua semplicità ed umiltà, l'insegnamento, dalla fonte, viaggiava aldilà del mero tecnicismo di emissione vocale in coro, arrivando a toccare le corde intime che in noi innalzano lo spirito.
Grazie Silvio.
Mariano Pisetta