mercoledì 9 dicembre 2009

ANNIVERSARIO SILVIO PEDROTTI

Il 14 Novembre 2009, a Trento presso la sala della cooperazione Trentina, a dieci anni dalla scomparsa e 100 dalla nascita, l'associazione Yarmonia di Milano, si fa carico di celebrare nell'ambito della sua terza edizione di canti popolari, la memoria e la figura di SILVIO PEDROTTI, icona del canto popolare. La commemorazione va in replica anche a Milano il 28 novembre presso la Sala Verdi del Conservatorio.
Presenta la prima di Trento, il m° Mauro Pedrotti, direttore del Coro della Sat. Con la flemmatica personalità che lo contraddistingue riesce a destreggiarsi, nel difficile compito che lo aspetta, per soddisfare da un lato le aspettative delle retroguardie in sala, che si attendevano forse un jubileo a senso unico senza troppi attori sul palco, e le new-entry, che invece aspiravano a farsi conoscere anche ad un pubblico più critico e competente. Partecipano al compito la toccante introduzione di Maddalena Pedrotti, con ricordi di momenti dell'infanzia trascorsi con il padre, ed il sempre elegante Angelo Foletto, con una digressione storica su SILVIO PEDROTTI. La sala traboccava di attenti coristi ed amici giunti da ogni angolo delle regioni padane e non. Volevano forse capire cosa stava accadendo, quale nuova direzione stesse intraprendendo la F.ne Coro della SAT, questa già dalla costituzione aveva liberalizzato il repertorio Ed. F.lli Pedrotti, passato poi alla Fondazione, dando così la soddisfazione alla moltitudine di cori di potere incidere e produrre CD. Ora sembra che la direzione sia quella di gettare un bilancere, un antagonista che sappia continuare a fare galleggiare questo repertorio anche rilanciando, come una cometa spargere, il seme del canto popolare nell'alveo fecondo di un facoltoso Coro CeT. Una scommessa tradizionalista, che non tiene conto del tempo e delle aspettative dei giovani, i quali vogliono anche essere partecipi e vivi delle loro emozioni. Senza dubbio i canti raccolti da SILVIO nel suo "Canti popolari trentini" (1976) sono vita di quel tempo, e raccontano le gioie e le sofferenze, gli amori e le sconfitte che quella generazione, che uscendo dalla crisi di fine '800 ed attraversando due guerre, tramite il canto ha saputo fermare come istantanee, le emozioni coinvolte. E' in questo senso che Massimo Mila ha voluto attribuire al Coro della SAT l' appellativo di "Conservatorio delle Alpi".
La bellezza del questo canto popolare con esecuzione a cappella, va al di là, come spesso ho replicato, del luogo, del tempo e delle persone, è una 'magia' che coinvolge il contenuto poetico, verbalmente espresso, la melodia ed il ritmo associati, l'armonizzazione che sa evidenziare ed esaltare passaggi armonici, nonchè l'estro e la musicalità degli esecutori. A questo si devono aggiungere le singole, personali esperienze di vita, la sensibilità artistica e quel vissuto che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
Ben vengano nuovi interpreti, nuove colonne, ma che sappiano anche innovarsi e non si ferminosolo alla ricerca della migliore imitazione del Coro della SAT, ma trovino anche nuove forme, nuove idee per correlarsi con il tempo che stanno vivendo, come bene ha fatto a mio avviso, Carlo Casillo con il suo Musical "Montagne Migranti".

La serata s'è sviluppata come una rassegna a passaggio del testimone, da un lato l'esibizione del Coro della SAT, ed a seguire una rassegna di giovani cori: il coro trentino Slavàz ed un inedito coro formato da cinque cori di studenti milanesi, a chiudere il Coro Cet, che vediamo schierato nella foto assieme alle figlie di SILVIO, Chiara e Maddalena ed a Mauro Pedrotti.

A lato della manifestazione è stato presentato anche un libro, frutto del lavoro di Piero De Martini, dal titolo 'Il Conservatorio delle Alpi', che ripercorre la storia del coro soffermandosi in particolare modo sul rapporto del coro e di SILVIO con Arturo Benedetti Michelangeli e riesumando documenti e sonoro inediti, molto interessanti.
Dopo la consegna di targhe a Chiara e Maddalena Pedrotti nonchè ai cori partecipanti, la serata è continuata presso la sede degli Alpini di Trento, fra canti e goliardia.
Alcuni video del dopo manifestazione :



martedì 31 marzo 2009

W.A. Mozart by Basilio Mosca

Domenica 29 Marzo 2009,
una giornata uggiosa. Nel corso della settimana mi era giunto, dal camaleontico amico Basilio Mosca, l'invito presso la "Sala della Filarmonica", alla presentazione di un suo DVD su aspetti biografici di W.A. Mozart, edito dal 'Centro Studi Judicaria'. Ma guarda, pensai, il poliedrico Basilio, a dispetto dell'avanzata età, è ancora un crogiuolo in ebollizione, una fucina sempre aperta. Che bella cosa vedere questi autentici personaggi aggirarsi ancora fra di noi, col loro sorriso, la loro disponibilità, la loro voglia di tramettere un ricco bagaglio di cultura, gelosamente custodito, e non disperdere quanto raccolto nel corso della loro vita. Ci vado.

Basilio Mosca : Docente nella Scuola elementare di Condino, già sindaco di Pieve di Bono, già presidente del Centro studi Judicaria, fondatore e maestro del coro Azzurro, autore di “Quasi un romanzo” sull'emigrazione trentina, promotore e fondatore di iniziative lodevoli come la "Scuola musicale delle Giudicarie di Tione", il "Centro Didattico Musicale" (C.D. M.) di Rovereto, il CPEM di Pieve di Bono, il "Gruppo Lodron", o come Solvay, il luogo del sogno americano, esperto conoscitore della famiglia dei Conti Lodron, stiamato amico del Coro della SAT di Trento, nonchè e non da ultimo "Mozartiano".

Dopo una breve introduzione del Direttore artistico della Filarmonica Antonio Carlini, e del Presidente del CSJ Graziano Riccadonna, puntuale alle ore 10:00 inizia, la Lectio Magistralis su W.A. Mozart, a cura del prof. Angelo Foletto. Docente di "Storia della Musica" al Conservatorio di Milano, critico musicale del quotidiano "La Repubblica", e numerose altre lodevoli cariche in altrettanti prestigiosi istituti. Lo stesso ha contribuito alla realizzazione di questa opera.
Con una dialettica spigliata e dotta, come gli si conviene e contraddistingue, magnetizza i partecipanti nell'affollata sala, sfogliando le pagine del multimediale Dvd, argomenta sulla vita di Amadeus, i sui viaggi in Italia, le 650 composizioni K xxx, la sua amicizia con la famiglia Lodron, e raccontando aneddoti e situazioni poco conosciute di Mozart, fino alla spiegazione di come alcune icone-immage di Mozart, del background collettivo, siano dei falsi, quantomeno perchè gli indumenti indossati sono di epoche successive.

Sul termine della presentazione, interviene Basilio Mosca : «.. mi chiedono spesso, ma cosa c'entrano le Giudicarie con Mozart? Niente», spiega «perché non è passato di qui e non ha suonato l'organo di Roncone ... e nessuno a Trento, quando era diretto in Italia, è venuto in mente di dire che per andare a Milano si poteva passare dal 'Bus de Vela' e quindi Tione e le Giudicarie :) ... però una cosa c'è, andando sulle tracce dei Conti Lodron, anche oltre le Alpi, un bel giorno, nella casa natale di Mozart, ci siamo imbattuti in una vetrina, posta in un angolo, con la scritta: "Mozart and family Lodron". Perché?, ci siamo chiesti». Da qui è scattata la molla che ha portato a scavare nei rapporti che legavano Mozart alla famiglia Lodron, quindi nel 2006 abbiamo organizzato l' "Anno Mozartiano in Judicaria", ricorrendo l'anniversario dei 250 anni dalla sua nascita». Ricordiamo che Johannes Grisostomus Wolfgang Amadeus Mozart è nato a Salisburgo, il 27 gennaio 1756.
Prosegue raccontando, come lui sa fare, con quello sguardo sornione, la voce calda e nonchalance alcune vicende di Mozart, nel Dvd ritroviamo la vita di Amadeus con particolari inediti dell'infanzia, dell'adolescenza in viaggio, delle donne di Amadeus , «ne ho contate 26, ma forse erano di più» sottolienea Mosca, e continua con l'incontro di Amadeus con la famiglia Lodron, di cui è un profondo conoscitore. Il conte Ernesto e la contessa Antonia avevano due figlie, alle quali Mozart il «genio» dedicò quattro «divertimenti»: la «Lodronische Serenade».
Dei seicentocinquanta lavori mozartiani solo settanta furono pubblicati durante la sua vita.
Il 18 novembre 1791 Mozart apparve per l'ultima volta in pubblico in occasione della consacrazione del nuovo tempio della loggia massonica "Zur neugekrönten Hoffnung", dove diresse personalmente la Piccola cantata massonica (K. 623), da lui appositamente composta per questo avvenimento.
Il 5 dicembre 1791 Mozart morì (secondo il parere dei medici di oggi per insufficienza renale); venne sepolto il giorno dopo nel cimitero di San Marco.

RIFLESSIONE
Tornando a casa in macchina, a chiusura della Lectio Magistralis del prof. Angelo Foletto, parte casualmente un ormai 'archeologico' (1973) CD dei Genesis, 'Selling England by the pound'. La musica dei Genesis del "periodo d’oro", sicuramente un trionfo di idee fervide, che emergevano in modo tangibile e fantasioso ad ogni piè sospinto. Il brano è 'Firth of Fifth', una introduzione al piano elettronico sapiente, estrosa, 'anomala' nel contesto dei suoni elettronici artificiali che i Genesis stavano continuamente ricercando, è certamente un capolavoro, una composizione tra le piu’ mirabili del repertorio-Genesis. Ascoltando questo piano elettronico e collegandolo al 'pianista per eccellenza' di cui avevo appena sentito l' "Adagio" dal Concerto K 622, arrangiato per Pianoforte e Clarinetto ed eseguito dai bravi Ferrari e Armani, del Conservatorio di Trento, pensavo fra me e me, cosa avrebbe detto Amadeus, ancora oggi così moderno, se avesse potuto sentire questa musica? Anche lui in fondo era il contestatore, il riformista, un ribelle dei sui tempi. Cosa avrebbe potuto fare ancora se la sua vita non fosse stata così breve?
Poi mi chiedo, cosa è importante per questi artisti? Era importante per Amadeus ribadire le sue doti al pianoforte o piuttuosto tasmettere il suo animo nella tastiera? Era importante per Peter Gabriel ribadire la sua ricerca di nuovi suoni o cavalcare la protesta, che in nei primi anni '70 ondeggiava in Europa e shiftarla nei nuovi suoni?
E' artista chi sa trasmettere con versi, suoni, colori, sculture, etc. lo stato d'animo proprio o collettivo, le sensazioni intime, lo spirito libero, che in lui vuole comunicare. Diventa quindi relativo a questo punto, indagare su quali siano gli strumenti, quali i virtuosismi che questi artisti vorranno utilizzare per esprimersi, l'importante è che il loro messaggio penetri nelle viscere di chi lo riceve, abbatta la corazza che protegge i nostri sentimenti ed pervada di sensazioni il nostro io.
Solo se il messaggio colpisce, l'artista ha raggiunto il suo scopo.
Purtroppo gli artisti spesso precorrono i tempi, sono incompresi per i loro coevi, muoiono in miseria (vedi Beethowen, Schubert), e non riescono a vedere i frutti del loro seminato. Sembra questo sia il destino di molti, una vita ad annaspare ed una morte celebrata! Resta nei tempi il ricordo di un artista che non saprà mai di avere raggiunto un nomea e popolarità inimmaginata.
Curioso osservare come, benchè Amadeus avesse altri 5 fratelli, ne lui ne loro ebbero discendenti e con la morte Carl Thomas nel 1858, ebbe fine la dinastia Mozart e con loro anche la speranza che un discendente si appropriasse di quel Dna così straordinario.

IL DVD
Un elegante cofanetto, in copertina l'immancabile profilo, ma sarà poi veramente suo? In sottofondo ovviamente una sonata di Mozart, di facile lettura ed interzione, con oltre 500 immagini e foto di ottima qualità. Testi esplicativi importanti e profondi, ricchi di curiosità e con una superba sezione approfondimenti.

Segnalo il sito : Associazione Mozart Italia per le iniziative del 2009.

giovedì 1 gennaio 2009

Black Voices - Concerto a Bolzano


MY SWEET JESUS

Il 17 Dicembre 2008 alle 20.30, il Duomo di Bolzano era pieno all'inverosimile, persone in ogni ordine di posti, le navate riempite fin quasi sotto l'altare. Lo speaker nell'introdurre il gruppo chiede cortesemente che si lasci almeno un corridoio di sicurezza nella navata centrale. Ma chi aveva attirato persone da ogni angolo della regione, tanto da fare escalamare alla leader del gruppo "... ed è la prima volta che cantiamo in una chiesa tanto affollata ..."? Loro le "BLACK VOICES", un quintetto a cappella formidabile, voci, timbrica, ritmo tutto al femminile. Un sound per il gospel con un piede nel passato ed un'altro ben saldo nel presente, come quando Carol Pemberton, l'anima e leader nonchè ferrea e rigorosa esecutrice, ha voluto ricordare in un brano toccante, le persone innocenti coinvolte nelle odierne guerre "... dall' Iraq all' Afganistan, dal Congo all' Uganda allo Zimbabwe ...".
Incontrai per la prima volta, le Black Voices il 26 aprile del 1999, nell'ambito del Festival della Musica Sacra, gli organizzatori cercarono allora di accostare le contrastanti interpretazioni fra il Coro della SAT e le Black Voices, fra il virile ed il femminile. I concerti si tennero nella chiesa del Seminario Minore a Trento e successivamente nel Duomo di Merano. Un confronto fra la musicalità delle cante Natalizie tipicamente trentine, come Nenia di Gesù Bambino ed I Tre Re dell'Oriente ed il neo-Gospel del gruppo di Birmingham nato nel 1989. Se in occasione della professionale esibizione le distanze erano un requisito necessario, quasi uno studio reciproco, per contendersi un pubblico di intenditori, sciolti i dubbi iniziali, nel dopo-concerto le ragazze del gruppo si sono rivelate "umane" e conviviali. Abbiamo avuto modo di scambiare idee ed esperienze sul canto popolare, ma soprattutto ho potuto constatare come il canto e le emozioni che crea nelle esecuzioni in gruppo, vada realmente al di là di ogni sia pur colta conversazione. Ricordo in particolare come il dopo cena in occasione del commiato, fuori dal "Ristorante Pedavena" a Trento, sia stato particolarmente intenso e le nostre voci si fondessero armonicamente nelle melodie di canti natalizi nostrani e spirituals come 'Amazing Grace', fino al trionfo di un 'Kum ba yah' particolarmente toccante.

Ma torniamo al concerto, nella foto lo schieramento iniziale nel Duomo di Bolzano, hanno iniziato con un sottile filo di voce, un pizzicato muto, quasi come le vibrazioni traspirassero dalle solide pietre del Duomo, non lasciando comprendere quale fosse la fonte originaria delle armonie. Hanno eseguito in sequenza :

- GREAT IS THY FAITHFULNESS
- GO WHERE I SEND YOU
- SOON I WILL BE DONE
- WATH IS THE MOST IMPORTANT THING?
- THE LORD'S PRAYER
- THERE IS A BALM IN GILEAD
- THE DELIVERER WILL COME
- WHO's GONNA HEAL MY BROKEN SPIRIT?
- GOTTA DO RIGHT
- THE REASON I CRY!
- OLD TESTAMENT SPIRITUAL: GATHER ROUND
- MY SWEET JESUS
- WHERE ARE THE KEYS?
- AMEN

L'emozione che mi ha lasciato, come una foto, è quella di un quintetto d'archi. Due violini, viola, violoncello ed un sapiente contrabbasso. Brave.

Ecco un pezzo della serata dal blog del Cantonauta :


Ricordo i nomi di queste superbe vocalist :
Carol Pemberton (fondatrice e direttrice del gruppo, nonche appassionante 'Contrabbasso')
Sandra Francis
Cecilia Anderson
Shereece Storrod
Evon Nelson